2005

Santo Bucato!

La Natività raccontata dalla Lavandaia del Presepe

durata

60 minuti

destinatari

Un pubblico diversificato per età, background, capitale economico e culturale.

Drammaturgia

Alessandra Rossi Ghiglione e Antonella Enrietto

Regia

Alessandra Rossi Ghiglione

In scena

Antonella Enrietto

Musiche dal vivo di

Laura Culver

Scene e grafica

Maurizio Agostinetto

Una produzione

Teatro Popolare Europeo
Casa degli Alfieri | Archivio della Teatralità Popolare

La lavandaia del Presepe lava le fasce del Bambinello

In ogni Presepe c’è una statuina di Lavandaia china sul cesto del bucato accanto a un ruscello o dritta vicino alla grotta, con le braccia tese a levare in aria un camicino di bimbo o un panno bianco di bucato. Sarà lei che avrà lavato le prime fasce del Bambinello?

A noi la lavandaia del Presepe piace immaginarla anche un po’ levatrice, sulla scorta del Protovangelo di Giacomo e degli altri Vangeli dell’infanzia, magari una di quelle donne che avevano cura dei corpi dalla culla alla tomba. Una donna di popolo, concreta, vivace, semplice, una donna di cuore esperta delle gioie e dei dolori del mondo, come i e le umili compagni e compagne di presepe, ancora capace di stupore e meraviglia.

Chissà con che curiosità ed entusiasmo avrà accolto il lungo corteo dei Magi e ascoltato le loro storie, occupandosi probabilmente del loro bucato ben sporco dopo un così lungo viaggio.

La lavandera racconta divertita del suo mestiere, inciampa nel muschio, prende in giro Gelindo, il primo pastore, e chiama a raccolta tutte le altre figure che con lei formano quel mondo così finto e così vero insieme, fatto di mestieri, passioni, desideri e tanta attesa.

Tra fondali dipinti, torrenti di carta stagnola, neve fatta di farina, vediamo attraverso il suo racconto quel Natale, il primo, misterioso evento ai suoi occhi di popolana, e nei suoi ricordi e canti di lavandaia riconosciamo la storia di una donna che continua a voler credere a un mondo in cui, come dice Isaia “non si chiuderanno più gli occhi di chi vede e gli orecchi di chi sente staranno attenti”.

Lo spettacolo, che nasce nella tradizione teatrale del racconto degli umili e delle giullarate, si nutre della storia evangelica, di elementi fiabeschi e mitici dei vangeli non canonici, raccoglie il patrimonio antropologico delle feste del tempo di Natale e i ricordi da abitanti degli ecomusei piemontesi nell’ambito del progetto Archivio della Teatralità Popolare di Casa degli Alfieri.

Nel 2011 ha ispirato il progetto Terra Cometa, la Sacra Rappresentazione voluta e patrocinata dal Comune di Torino.

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