Cabaret Artico – Giochiamoci il Clima

Performance interattiva per un futuro sostenibile

durata

90 minuti

destinatari

Un pubblico diversificato per età, background, capitale economico e culturale, con una particolare attenzione verso i gruppi più fragili.

Drammaturgia

Alberto Pagliarino, Viola Zangirolami

Regia e supervisione drammaturgica

Alessandra Rossi Ghiglione

Aiuto regia

Gimmi Basilotta, Francesca Carnevali

In scena

Alberto Pagliarino, Fabrizio Stasia, Viola Zangirolami

Musicisti

Isacco Basilotta, Maurizio Bertolini, Emanuele Francesconi

Con la collaborazione artistica di

Christian Castellano, Marco Cinnirella, Teatr Brama

Ricerca fonti e dati

Alberto Pagliarino, Viola Zangirolami

Scenografie

Gimmi Basilotta, Marco Santullo

Luci e Audio

Claudio Albano, Gabriele Bentivoglio

Costumi

Augusta Tibaldeschi, Mattia Tomatis

Grafica e Illustrazioni

Perla Giraudo

Comunicazione

Mariligia Di Stasio

Coordinamento gruppi di comunità

Elena Cangemi, Fabiana Re, Margherita Rizzo

Una produzione SCT Centre UniTo e Compagnia il Melarancio per Green Ethics  Finanziato dal Bando Large Scale Creative Europe

Patrocinio della Città di Torino e della Città di Moncalieri

Cabaret Artico usa il teatro per raccontare la crisi climatica con realismo, ma anche con speranza. Lo spettacolo parte dai dati scientifici che dimostrano l’origine umana del cambiamento climatico, ma racconta anche le possibilità di un futuro equo e sostenibile, contrastando l’eco-ansia e la rassegnazione e spingendo all’azione.

La crisi climatica ci investe con notizie quasi quotidiane su giornali, telegiornali, social. Una mole di dati e informazioni complesse accompagnano i racconti di una catastrofe prossima ventura, che ci lascia impotenti e in ansia. Questa narrazione provoca paradossalmente una rinuncia all’azione.
La sfida di Cabaret Artico, nato nell’ambito del progetto europeo Green Ethics, è quella di raccontare attraverso il teatro la crisi climatica con realismo, ma anche con speranza, partendo dai dati scientifici che documentano in modo inequivocabile come l’attuale cambiamento climatico è prodotto dall’azione umana, ma raccontando anche le possibilità di un futuro equo e sostenibile ancora oggi percorribili.
E, come racconta lo spettacolo, il futuro che ci aspetta non dipende solo dalla scelta individuale di cambiare il proprio stile di vita, ma ancor più da un impegno collettivo che riguarda cittadinɜ, politica locale e globale. “Libertà è partecipazione” diceva Gaber, e la sfida che pone il cambiamento climatico è una sfida comune, politica, collettiva, presente. Non delle prossime generazioni, ma di noi tutti oggi.

Cabaret Artico è anche una sfida al teatro, all’idea di un certo modo di produrre teatro e alle forme tradizionali dello spettacolo. Realizzato secondo un approccio artistico che coniuga la ricerca teatrale professionale con il lavoro di teatro sociale e di comunità, lo spettacolo è frutto dell’incontro tra cultura e scienza, tra artistɜ e persone, e trae i contenuti informativi da un’accurata ricerca scientifica sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Creta, partner del progetto Green Ethics, e dalla raccolta di informazioni e opinioni in più di 50 interviste condotte a climatologɜ, attivistɜ, abitanti, studentɜ, adolescenti, anzianɜ.
Performance interattiva ispirata al gioco dell’OCA, Cabaret Artico è insieme spettacolo da vedere e gioco a cui partecipare. La drammaturgia – dai personaggi alle scelte musicali – è ispirata al genere del cabaret e del cafè chantant – dai primi anni Venti agli anni Settanta – e coniuga canto, musica, racconto, scena teatrale, tra comico e drammatico, in un costante dialogo brillante e volte lievemente irriverente con il pubblico.
In scena due attori, tre musicisti, una cantante attrice e 45 abitanti di Torino e Moncalieri, che partecipano in modo speciale al debutto, in un susseguirsi di rapide scene che raccontano per ciascuna delle 24 caselle del gioco dell’Oca un’informazione o una storia legata al tema della crisi climatica.
Cabaret Artico ci invita a riconoscersi in un mondo dove umani e non umani sono e sono parte di un unico ecosistema alla cui esistenza presente e futura ciascuno e insieme può e deve contribuire, perché insieme “si può (ancora) fare!”

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